Rallentare per vincere?
Ciccio è proprio un appassionato di corse. Non solo si allena tutte le mattine, ma ogni volta che c'è qualche gara, lui è sempre in prima fila ad assistere, sia di persona che per televisione. E anche se il divertimento è maggiore allo stadio, ieri pomeriggio Ciccio rimase così impressionato da un programma televisivo, che... corse subito da me per chiedere spiegazioni.
Stavano infatti trasmettendo la gara di corsa più rapida dell'atletica leggera, ossia i 100 metri piani, quella che termina anche in meno di 10 secondi, e Ciccio si era facilmente accorto (dalla moviola) che tutti i corridori non finivano la loro corsa con uno “sprint” finale, come ci si sarebbe aspettato, ma piuttosto rallentando un po'... La ovvia spiegazione che si diede fu che ciò avveniva perché gli atleti acceleravano troppo fortemente all'inizio della corsa, così che alla fine arrivavano esausti.
n_TOF: IL MISTERO NASCOSTO NEI PRIMI TRE MINUTI DI VITA DELL'UNIVERSO
È un mistero che dura ormai da mezzo secolo. E che risale ai primordi del universo. Ai suoi primi tre minuti di vita dopo il Big Bang. Un intervallo di tempo durante il quale si formano gli elementi più leggeri e abbondanti dell'universo. Qualcosa, però, non quadra. Il litio.
La stima dei modelli teorici è più abbondante di un fattore tre rispetto a quella dedotta dalle osservazioni. È il cosiddetto problema del litio cosmologico. Il modello teorico della cosiddetta Nucleosintesi del Big Bang (BBN) dà, infatti, conto con notevole precisione dell'abbondanza osservata degli elementi leggeri e dei loro isotopi nel cosmo. Le quantità osservate di deuterio ed elio rispetto all'idrogeno rispecchiano appieno le previsioni del BBN.
La riflessione del calore raggiante con una coppia di specchi parabolici
Due specchi metallici sono posti uno di fronte all'altro. Grazie alla fiamma di una candela è possibile controllare l'allineamento degli specchi e determinare la posizione dei loro fuochi. Un cestello metallico viene fissato nel fuoco del primo specchio e riempito di carboni ardenti. In corrispondenza del fuoco del secondo specchio si pone un pezzo di esca (particolare fungo seccato e facilmente infiammabile). Il calore radiante prodotto dal carbone riflettendosi sul primo specchio si trasmette al secondo e viene concentrato sull'esca che, dopo breve tempo, comincia a bruciare.